L'allevatore

Antonio Patellaro, da sempre incuriosito dagli usi e tradizioni orientali, scopre questa razza quando era piccolo, e ne resta affascinato sia per la sua estetica che per il carattere. Impossibilitato ad averne uno, continua comunque a studiare lo standard della razza, fino a quando riesce a coronare il suo sogno prendendo il suo tanto desiderato primo akita.

Con lui si avvicina alle EXPO canine, partecipando dapprima a qualche esposizione amatoriale, e dopo anche ad alcune ufficiali. Grazie al confronto con i giudici e con altri esperti appassionati, approfondisce le sue conoscenze in merito alla razza. L'avvicinamento alle esposizioni, i confronti e la collaborazione con altri allevatori fanno nascere un grande desiderio di contribuire alla selezione di questa meravigliosa razza. Così dopo l'acquisizione di altri soggetti, alleva le prime cucciolate, e quando il lavoro svolto comincia ad avere i suoi frutti, per dare una firma a tutti i soggetti allevati nasce l'affisso "Koi No Yokan Kensha".

KOI NO YOKAN – 恋の予感

L'espressione Giapponese "Koi No Yokan" non trova un facile corrispondente nella nostra lingua. Tradotto dal nostro dizionario: "premonizione d'amore" una sensazione provata tra due persone al primo incontro, sentendo già che essi finiranno inevitabilmente per innamorarsi.

In Giappone la frase assume invece un significato più preciso, si tratta di una vera e propria promessa d'amore verso qualcuno o qualcosa, un sentimento vago e profondo che troverà conferma soltanto col tempo.

allevamento akita monreale 5
allevamento akita monreale 6

La mission

L' obbiettivo di Antonio è quello di dare un grande contributo alla selezione di questa meravigliosa razza, riprodurre soggetti qualitativamente sempre migliori, akita tipici e possibili cani da esposizione.

Studia e valuta con cura tutti gli accoppiamenti programmati, stando scrupolosamente attento alla selezione caratteriale e salutare.

Ogni giorno Antonio si prende cura del branco e dei cuccioli che dovranno lasciare l'allevamento, occupandosene a tempo pieno, attraverso un percorso di socializzazione per far si che le famiglie che accoglieranno i nuovi arrivati in casa abbiano a che fare sempre con cani ben bilanciati.

La storia della razza

Gli antenati dell'Akita erano cani nativi giapponesi di media/piccola taglia, originari dell'isola di Honshu, della prefettura di Akita, da cui viene l'attuale nome della razza.

Addestrati per la caccia alla grossa selvaggina, cinghiale, cervo e orso, furono utilizzati anche per la difesa della proprietà, e fin dal '600 anche come cani da combattimento.

L'akita fu il cane prima dei cacciatori che abitavano montagne e campagne, poi dei samurai che accompagnavano in battaglia, e successivamente dello shōgun e dei membri dell’aristocrazia giapponese.

Intorno alla metà dell'800 ci fu un aumento della richiesta di cani da combattimento, per questo motivo gli Akita originari furono incrociati con razze più grosse, provenienti da Europa e Asia, come i Mastiff e i Tosa, facendo si che aumentasse la stazza, perdendo però alcune caratteristiche dei cani di tipo spitz.

Nel '900 la lotta fra cani fu proibita e la razza cominciò ad essere preservata e migliorata. Il sindaco della città di Ōdate, nella prefettura di Akita, fondò una società che da li a poco sarebbe diventata l'Akita Inu Hozonkai (AKIHO), un’organizzazione che adopera tutt'oggi, nata con il fine di conservare la purezza della razza attraverso un'attenta selezione.
L'akita fu riconosciuta ufficialmente come una razza, dichiarata anche monumento nazionale nel 1931.

Durante la seconda guerra mondiale si utilizzò la pelliccia dei cani per la produzione di abbigliamento ed equipaggiamento militare, e la loro carne come cibo. In quel periodo il governo giapponese emanò un ordine di confisca ed abbattimento da cui erano esclusi solo i Pastori Tedeschi, usati a scopo militare. 
Per preservare la razza, alcuni Akita furono spediti nei villaggi dove vennero tenuti dagli agricoltori come cani da guardia e altri furono incrociati con Pastori Tedeschi per aggirare la legge. Quando la guerra terminò, il numero degli Akita si era drasticamente ridotto.

Nel dopoguerra vennero definite due linee di sangue: la linea pura (Ichinoseki) che oggi è l'Akita Inu, e la linea nata dagli incroci (Dewa) che dopo essere stata importata in America ebbe un evoluzione diversa, creando l'Akita Americano.
Gli allevatori più esperti si sforzarono di eliminare le caratteristiche derivate da ceppi stranieri, incrociando gli Akita più puri rimasti, e ristabilendo gradualmente la razza originale così come è conosciuta oggi.

Per celebrare il cinquantesimo anniversario della fondazione della società per la salvaguardia dell'Akita, è stato costruito il primo museo che raccoglie manufatti, documenti e foto esclusivamente riguardanti questa razza. 

Oggi è tradizione in Giappone donare statue raffiguranti questi cani a neonati e infermi come augurio di buona salute e felicità.

akita caccia all orsoakita e samuraiakita statua hachiko
akita cane hachiko

Hachiko

Hachikō fu un cane di razza Akita, divenuto famoso per la sua grande fedeltà nei confronti del suo padrone, il professor Hidesaburō Ueno, agronomo giapponese.

Dopo la morte improvvisa di Ueno, il cane si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo invano alla stazione di Shibuya, dove l'uomo prendeva abitualmente il treno per recarsi al lavoro. 

La vicenda ebbe un enorme riscontro nell'opinione pubblica dell'epoca e ben presto Hachikō divenne, in Giappone, un emblema di affetto e lealtà. 

Nell'aprile 1934, al fedele animale fu dedicata una statua e, negli anni, la sua storia divenne soggetto di film e di alcuni libri.

Lo standard di razza

FCI STANDARD n°255/ 02.04.2001 - AKITA

Origini: Giappone

Data di pubblicazione dello standard originale vigente: 13.03.2001

Utilizzazione: Cane da compagnia

Classificazione FCI: Gruppo 5 cani tipo Spitz e tipo primitivo, Sezione 5 spitz asiatici e razze affini. Senza prova di lavoro

Aspetto Generale:
Cane di grande taglia, di robusta costruzione, ben proporzionato e con molta sostanza. Le caratteristiche del sesso sono fortemente marcate.
Ha grande nobiltà e dignità anche se rimane modesto. Corporatura robusta.

Proporzioni importanti:
Rapporto altezza al garrese / lunghezza del corpo (dal punto delle spalle al punto delle natiche): 10:11 –, sebbene il corpo sia leggermente più lungo nelle femmine che nei maschi.

Comportamento - Carattere:
Il temperamento è composto, fedele, docile e recettivo.

MANTELLO
Pelo:
Mantello esterno duro e diritto, sottopelo soffice e fitto. Il garrese e il rene sono ricoperti con un pelo leggermente più lungo, mentre il pelo della coda è più lungo rispetto a tutto il resto del corpo.

Colore:
Rosso fulvo, sesamo (peli rosso fulvi con punte nere), tigrato e bianco. Tutti i suddetti colori, ad eccezione del bianco, devono presentare l’“urajiro”, ovvero il pelo di colore biancastro ai lati del muso, sulle guance, sotto la mascella, collo, petto, tronco e coda e nell’interno degli arti.

TESTA
Cranio:
La misura è in proporzione al corpo. La fronte è ampia, con distinta sutura metopica. Nessuna ruga.

Stop:
Definito

Tartufo:
Largo e nero. Una leggera e diffusa mancanza di pigmento è accettata solo nei cani bianchi, ma il nero è sempre preferito.

Muso:
Moderatamente lungo e forte con ampia base; si assottiglia, ma non è appuntito. La canna nasale è diritta.

Denti:
Forti, con chiusura a forbice.

Labbra:
Aderenti.

Guance:
Moderatamente sviluppate.

Occhi:
Relativamente piccoli, nella forma quasi triangolare dovuta al rialzarsi dell’angolo esterno dell’occhio; posizionati moderatamente distanziati, marrone scuro; più sono scuri, meglio è!

Orecchi:
Relativamente piccoli, spessi, triangolari, leggermente arrotondati alle punte, posizionati moderatamente distanziati, eretti e inclinati in avanti.

Collo:
Spesso e muscoloso, senza giogaia, proporzionato alla testa.

CORPO
Dorso:
Diritto e forte.

Rene:
Ampio e muscoloso.

Torace:
Profondo, petto ben sviluppato con costole moderatamente cerchiate.

Ventre:
Ben retratto.

Coda:
Inserita alta, spessa, portata vigorosamente arrotolata sul dorso. La punta arriva quasi al garretto quando è lasciata pendere.

ARTI
Spalle:
Moderatamente oblique e sviluppate.

Gomito:
Aderente.

Avambraccio:
Diritto e con ossatura pesante.

Posteriori:
Ben sviluppati, forti e moderatamente angolati.

Piedi:
Spessi, rotondi, arcuati e compatti.

Andatura:
Elastica, con movimento possente.

TAGLIA
Altezza al garrese:
Maschi: 67 cm
Femmine: 61 cm
Viene accettata una tolleranza di 3 cm in più o in meno.

Difetti:
Tutto quanto si discosta da quanto descritto precedentemente deve essere considerato difetto. La severità con cui viene penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità.
• Femmine mascoline e maschi effeminati
• Enognatismo o prognatismo
• Mancanza di denti
• Lingua con macchie blu o nere
• Iride di colore chiaro
• Coda corta
• Timidezza

Difetti Eliminatori:
• Orecchi non eretti
• Coda che pende
• Pelo lungo (arruffato)
• Maschera nera
• Macchie su fondo bianco

N.B. - I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto

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